Come aprire un e-commerce
Come realizzare un e-commerce nel 2025 – La guida più completa che puoi trovare
Aprire un negozio online di successo nel 2025 significa saper unire strategia, tecnologia e operatività in un progetto coerente. Questa guida pratica ti aiuterà a realizzarlo passo dopo passo.

Che tu sia una PMI italiana che valuta di aprire un e-commerce da zero, o un’azienda con un e-commerce esistente ma poco performante, questa guida pratica ti aiuterà a realizzare siti e-commerce efficaci passo dopo passo.
Il commercio elettronico continua a crescere in modo costante: in Italia gli acquisti online B2C hanno raggiunto i 58,8 miliardi di euro nel 2024 (+6% rispetto al 2023).
Sempre più utenti preferiscono comprare via web, e la competizione tra store online si fa intensa.
Come distinguersi e avere successo?
Serve un approccio a 360 gradi, che parte da una solida pianificazione e arriva all’ottimizzazione continua post-lancio.
Aprire un negozio online di successo nel 2025 significa saper unire strategia, tecnologia e operatività in un progetto coerente.
In questa guida autorevole e consulenziale troverai maggiore profondità, chiarezza ed esempi pratici rispetto alle solite risorse online.
Affronteremo aspetti tecnici (come hosting, CMS e UX), aspetti strategici (marketing, funnel di vendita, analisi dati), aspetti legali (GDPR e normative) e quelli logistici-operativi.
Obiettivo: fornirti un vademecum completo su come realizzare un e-commerce nel 2025, con consigli frutto dell’esperienza ventennale di Pronesis nell’ambito digital.
Seguendo questi consigli, potrai gettare basi solide per il tuo progetto online o risollevare le sorti di un e-shop esistente.
Questa guida è un’ottima checklist per capire cosa serve davvero per aprire un e-commerce professionale nel 2025. Se sei agli inizi, leggerla ti aiuterà a farti un’idea chiara… ma attenzione: improvvisare può costare caro. Se hai un’idea ambiziosa, affidati a professionisti come noi: oltre a risparmiarti mesi di errori, ti concentrerai solo sulla gestione, lasciando a noi strategia, consulenza e sviluppo. Che obiettivo hai?
Benissimo, fatte le giuste premesse iniziamo.
Prenditi il tempo che ti serve, ma mi raccomando leggi con attenzione ognuna delle 9 parti, facendo tutte le valutazioni necessarie, scalate sul tuo esatto progetto imprenditoriale.
Fai un bel respiro. Si parte.
In questa pagina
- Intro
- Pianifica il tuo progetto e-commerce nel dettaglio
- Gestisci gli aspetti legali e burocratici (GDPR & co.)
- Scegli la piattaforma e prepara la base tecnica
- Progetta il design e l’UX del tuo negozio online
- Prepara contenuti di qualità e gestisci il catalogo prodotti
- Implementa pagamenti e logistica (spedizioni) in modo efficiente
- Strategia di marketing e lancio del tuo e-commerce
- Analisi dei dati e ottimizzazione continua
- E-commerce esistente ma non performante: come migliorarlo
- L’e-commerce 2025 richiede visione, competenza e adattabilità
Guida e-commerce – PARTE 1
1. Pianifica il tuo progetto e-commerce in ogni dettaglio
Ogni e-commerce di successo inizia da una pianificazione accurata.
Prima di scrivere una riga di codice o scegliere una piattaforma, devi avere chiari obiettivi, modello di business e strategie.
Una buona pianificazione riduce errori in seguito e ti fa risparmiare tempo e denaro. Ecco gli elementi chiave da definire:
Definisci obiettivi e modello di business
Chiediti innanzitutto “Perché voglio aprire un e-commerce?” e “Cosa voglio ottenere?”.
Stabilire obiettivi concreti ti aiuta a misurare il successo (es.: fatturato nel primo anno, numero di ordini mensili, ecc.). In base ai tuoi obiettivi, scegli un modello di business appropriato:
- Vendita diretta (B2C): vendi i tuoi prodotti direttamente ai consumatori finali tramite lo sviluppo di un e-commerce B2C
- Business-to-Business (B2B): vendite rivolte ad altre aziende, con funzionalità specifiche (es. listini dedicati, ordini ricorrenti). Se questo è il modello che ti interessa, puoi approfondire la realizzazione e-commerce B2B per conoscere le specifiche esigenze di questo settore.
- Marketplace: creare una piattaforma dove terzi venditori offrono i propri prodotti e tu guadagni con commissioni (modello più complesso da avviare).
- Dropshipping: vendi prodotti senza averli fisicamente in magazzino, facendoli spedire dai fornitori direttamente ai clienti.
- Abbonamento (subscription): fornisci prodotti/servizi su base ricorrente tramite sottoscrizione (es.: box mensili).
Ognuno di questi modelli ha pro e contro. Valuta quale si adatta meglio al tuo settore e alle risorse a disposizione.
Ad esempio, una piccola impresa artigianale probabilmente opterà per la vendita diretta B2C, mentre una startup potrebbe esplorare modelli in abbonamento innovativi.
Definendo il tuo modello, chiarisci anche la proposta di valore: cosa rende unico il tuo e-commerce rispetto ai competitor?
Individua il target e i prodotti giusti
Un errore comune è partire lanciando prodotti senza aver capito a chi venderli.
Identifica il tuo target di clienti ideale: età, interessi, bisogni e comportamenti di acquisto. Più conosci il tuo pubblico, più potrai costruire un’offerta su misura.
Per questo motivo, un’analisi di mercato e-commerce professionale può fare la differenza tra successo e fallimento. Definisci quali prodotti o servizi vendere nel tuo shop online analizzando:
- Domanda di mercato: c’è richiesta per ciò che offri? Le tendenze di settore sono in crescita?
- Nicchia specifica: se il mercato è saturo, valuta di specializzarti su una nicchia poco servita.
- Margini e prezzi: calcola costi di produzione/acquisto e fissa prezzi sostenibili sia per te che per il cliente.
- Ampiezza catalogo: all’inizio meglio partire con una gamma ristretta e gestibile di prodotti di qualità, poi ampliarla gradualmente in base alle vendite e ai feedback.
Ad esempio, se vuoi vendere abbigliamento, potresti iniziare focalizzandoti su un segmento specifico (es. sportswear ecosostenibile per giovani) anziché proporre subito un catalogo sterminato.
In questo modo concentri gli sforzi di marketing su un pubblico mirato e costruisci un brand riconoscibile.
Studia il mercato e i competitor
L’analisi dei competitor è fondamentale per capire come posizionarti. Individua 3-5 concorrenti diretti (altri e-commerce che vendono prodotti simili ai tuoi) e analizza:
- Cosa vendono e a che prezzo.
- Come è fatto il loro sito: design, navigazione, punti di forza e debolezze dell’esperienza utente.
- Le loro strategie di marketing: presenza sui social, campagne pubblicitarie, SEO (su quali keyword compaiono).
- Recensioni dei clienti: cosa apprezzano e cosa criticano.
Prendi nota di ciò che funziona (da cui prendere ispirazione) e di ciò che manca o potrebbe essere fatto meglio – qui risiederà la tua opportunità di differenziazione.
Ad esempio, potresti scoprire che i competitor trascurano un certo canale (come YouTube o TikTok) o che nessuno offre un certo servizio (es: personalizzazioni, bundle speciali): queste possono diventare le tue carte vincenti.
Inoltre, analizza il settore nel suo complesso: trend emergenti, tecnologie abilitanti (es. realtà aumentata per provare i prodotti, intelligenza artificiale per suggerimenti personalizzati), cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.
Una PMI che conosce il contesto in cui opera può anticipare le mosse giuste.
Pianifica budget e risorse
Realizzare un e-commerce richiede un investimento di tempo e denaro. Stila un business plan semplificato con i costi previsti e le risorse necessarie, ad esempio:
- Budget di sviluppo: costi per sito (acquisto tema o sviluppo custom, plugin, ecc.), eventuale consulenza o agenzia, strumenti software.
- Budget operativo: spese per hosting annuale, commissioni gateway di pagamento, magazzino e logistica (imballaggi, spedizioni), marketing.
- Risorse umane: chi si occuperà di gestire il sito? Hai un team interno o ti affidi a partner esterni? Definisci ruoli per gestione ordini, assistenza clienti, marketing, produzione contenuti, ecc.
Prevedi tempistiche realistiche: creare e lanciare un e-commerce richiede settimane o mesi, non pochi giorni.
Meglio mettere in conto almeno 2-3 mesi per arrivare al go-live di un progetto di base (comprendendo analisi, sviluppo e test), e altri mesi per farlo crescere.
Se hai scadenze particolari (es. vuoi lanciare prima del periodo natalizio), pianifica di conseguenza con buon anticipo.
Infine, stabilisci dei Key Performance Indicators (KPI) iniziali da monitorare (es. costo di acquisizione cliente, tasso di conversione previsto, ecc.) – riprenderemo l’argomento analisi dati più avanti.
Questi indicatori ti aiuteranno a capire se stai rispettando le aspettative o se dovrai aggiustare il tiro.
Guida e-commerce – PARTE 2
2. Gestisci gli aspetti legali e burocratici (GDPR & co.)
Parallelamente alla pianificazione commerciale, assicurati di adempiere a tutti i requisiti legali e normativi per vendere online.
Trascurare questo aspetto può portare a sanzioni o problemi in futuro, quindi è meglio affrontarlo fin da subito. Ecco cosa considerare:
Aprire un’attività e-commerce: forma giuridica e adempimenti
Se non l’hai già, dovrai dotarti di una struttura aziendale adatta all’attività di e-commerce. In Italia, questo significa in genere:
- Partita IVA attiva con codice ATECO appropriato per il commercio online. Se sei una ditta individuale o società, verifica che il codice Ateco comprenda il commercio elettronico.
- Iscrizione al Registro delle Imprese tramite la Camera di Commercio locale.
- Sistemare gli aspetti fiscali: regime IVA per vendite online (in Italia e eventualmente all’estero, considerando le soglie OSS per vendite intracomunitarie B2C), fatturazione elettronica se dovuta, gestione della contabilità.
Scegli la forma giuridica più adatta alle tue prospettive: ditta individuale, SRL semplificata, SRL ordinaria, etc., valutando costi di gestione e responsabilità.
Se sei una PMI già operativa offline, probabilmente hai già tutto il necessario; se sei una startup, potresti partire come ditta individuale e poi evolvere in società all’aumentare del giro d’affari.
Non dimenticare eventuali licenze o permessi specifici se vendi merce regolamentata (es. alimentari, alcolici, farmaci da banco, ecc.): informati presso le autorità competenti per evitare intoppi.
Normative sul commercio elettronico e condizioni di vendita
Un e-commerce deve rispettare alcune normative specifiche a tutela dei consumatori. Assicurati di predisporre sul sito tutta la documentazione e le funzionalità obbligatorie per legge, tra cui:
- Termini e condizioni di vendita: un documento che regola il contratto di acquisto tra te e il cliente. Deve includere informazioni su modalità d’ordine, pagamento, consegna, diritto di recesso, garanzia, responsabilità, legge applicabile, ecc.
- Informativa sul diritto di recesso: per legge, il consumatore ha 14 giorni per restituire il prodotto (in molti casi). Devi informarlo chiaramente di questa facoltà e di come esercitarla, e predisporre procedure per i resi.
- Privacy e Cookie Policy: obbligatorie in base al GDPR (Regolamento UE 2016/679). La Privacy Policy spiega come raccogli, usi e conservi i dati personali degli utenti (registrazione, mailing list, dati di acquisto). La Cookie Policy informa sull’uso di cookie tecnici e di profilazione (es. Google Analytics, pixel Facebook) e richiede il consenso preventivo per quelli non tecnici attraverso un banner conforme.
- Adeguamento GDPR: assicurati che tutta la gestione dei dati utente (dati account, mailing list, tracciamenti) sia conforme. Ad esempio, implementa la doppia opt-in per iscrizione alle newsletter, permetti di cancellare/modificare i dati su richiesta, conserva traccia dei consensi ottenuti.
- Elementi fiscali in fattura: se vendi a consumatori finali, l’emissione della fattura non è obbligatoria salvo richiesta, ma lo scontrino/fattura semplificata sì. Se vendi B2B, dovrai emettere fattura elettronica. Predisponi il sistema in base al tuo caso.
Questi documenti non solo ti mettono al riparo da contestazioni, ma aumentano la fiducia dei clienti: un sito con condizioni trasparenti appare professionale e affidabile.
È consigliabile far revisionare testi legali e impostazioni da un consulente legale esperto di e-commerce, almeno inizialmente, per non tralasciare nulla.
Tutela del brand e aspetti contrattuali
Se stai creando un tuo marchio, considera anche di proteggere il brand:
Verifica la disponibilità e registra il nome a dominio (lo approfondiremo tra poco) e magari valuta la registrazione del marchio presso l’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) per tutelare nome e logo del tuo e-commerce, specie se hai ambizioni di crescita.
Stipula anche eventuali contratti con fornitori fondamentali:
Ad esempio contratti con i fornitori dei prodotti che venderai (o accordi di distribuzione esclusiva se riesci a ottenerli), contratti con corrieri per le spedizioni (spesso le tariffe migliorano con contratti business), accordi con un eventuale magazzino logistico esterno, etc.
Mettere nero su bianco le responsabilità e i livelli di servizio attesi da ciascun partner ridurrà rischi e fraintendimenti dopo il lancio.
Guida e-commerce – PARTE 3
3. Scegli la piattaforma e prepara la base tecnica
Ora entriamo nel vivo della realizzazione tecnica del sito e-commerce. La scelta della piattaforma (CMS o software) su cui costruire il tuo negozio online è una delle decisioni più importanti: determina funzionalità, costi di sviluppo e facilità di gestione futura.
Allo stesso modo, la configurazione di dominio, hosting e sicurezza è cruciale per performance e affidabilità.
Vediamo questi aspetti in dettaglio.
Piattaforme e CMS: quale scegliere?
Esistono diverse soluzioni per creare un e-commerce; la scelta dipende dal budget, dalle competenze tecniche disponibili e dalle esigenze specifiche del tuo progetto.
Ecco le opzioni principali:
- CMS open source (self-hosted)
Piattaforme gratuite ma da installare e personalizzare su un tuo server. Le più diffuse sono WooCommerce (plugin e-commerce di WordPress), PrestaShop, Magento (ora Adobe Commerce) e Shopware, tra altre.
Queste soluzioni offrono grande flessibilità e controllo: puoi personalizzare il codice, aggiungere plugin/moduli, avere pieno accesso ai dati. Richiedono però maggiori competenze tecniche o l’ausilio di sviluppatori/agenzie per l’installazione e manutenzione. - Piattaforme SaaS (hosted)
Soluzioni “chiavi in mano” in abbonamento, dove tutto l’e-commerce risiede sui server del fornitore. I leader di mercato sono Shopify, Wix eCommerce, BigCommerce, Squarespace e soluzioni italiane come Storeden o Tinaba.
Vantaggi: facilità e velocità di avvio (non devi preoccuparti di hosting o aggiornamenti tecnici) e supporto incluso. Svantaggi: costi ricorrenti (abbonamento mensile + commissioni su vendite), personalizzazione limitata a quanto previsto dalla piattaforma, e minor controllo sui dati (che risiedono sul loro cloud). - Soluzioni custom
Far sviluppare da zero il sito e-commerce ad hoc, programmando tutte le funzionalità su misura. È un approccio costoso e lungo, giustificato solo per progetti molto particolari o di grandi dimensioni che richiedono funzionalità non ottenibili con le piattaforme esistenti.
Per una PMI, di norma, una piattaforma già pronta (open source o SaaS) offre tutto il necessario con costi e tempi molto più contenuti.
In generale, per PMI o startup, spesso la scelta ricade su WooCommerce, PrestaShop o Shopify.
Ad esempio, WooCommerce è ideale se hai già familiarità con WordPress e vuoi integrare contenuti (blog, landing page) e shop in un unico sito.
PrestaShop è una soluzione dedicata e robusta, ottima per cataloghi mediamente ampi, multilingua e multi-valuta.
Shopify è perfetto se vuoi partire in fretta e senza pensieri tecnici, grazie alla sua semplicità e assistenza, pur con qualche limite di flessibilità.
Magento/Adobe Commerce è più adatto a progetti enterprise con cataloghi molto grandi e necessità avanzate (richiede però budget e risorse notevoli).
L’importante è valutare scalabilità, facilità d’uso e costi sul lungo periodo.
Pensa non solo a cosa ti serve oggi, ma a dove potrebbe essere il tuo business tra 2-3 anni: la piattaforma scelta sarà ancora adeguata?
Ad esempio, se prevedi migliaia di prodotti e ordini, una soluzione troppo semplice potrebbe starti stretta; viceversa, partire con una piattaforma complessa senza averne bisogno rischia di farti sprecare budget.
Registra il dominio e scegli un hosting performante
Una volta decisa la piattaforma, procedi con la registrazione del nome a dominio e la scelta dell’hosting (se hai optato per una soluzione self-hosted).
- Nome a dominio
Scegli un dominio che sia memorizzabile, breve e rappresentativo del tuo brand o attività. Preferibile un .it se operi principalmente in Italia (o un .com se hai ambizioni internazionali, magari registrando entrambi). Evita nomi troppo lunghi o complessi.
Assicurati che non violi marchi esistenti e che sia facile da pronunciare e scrivere. Ad esempio, se il tuo brand è “Dolci di Anna”, un dominio come dolcidianna.it è chiaro; evitare invece sigle numeriche o trattini difficili da comunicare a voce. - Servizio di hosting
Per garantire velocità e uptime, affidati a un hosting specializzato per e-commerce o per la piattaforma che hai scelto.
Ad esempio, se userai WooCommerce, esistono piani hosting ottimizzati per WordPress/WooCommerce; se usi PrestaShop o Magento, considera hosting performanti e scalabili (anche cloud o VPS dedicati per Magento data la sua pesantezza).
Valuta parametri come: performance (CPU/RAM), spazio SSD, certificato SSL incluso, backup automatici, assistenza tecnica rapida in italiano.
Un e-commerce lento o spesso offline perderà clienti e fatturato: investire in un buon hosting è fondamentale. - CDN e sicurezza
Se punti a vendere anche all’estero o vuoi il top delle performance, implementa un CDN (Content Delivery Network) per far caricare il sito velocemente ovunque.
E non dimenticare di ottenere ed installare un certificato SSL (ormai quasi sempre compreso nell’hosting): il sito deve essere in HTTPS sia per sicurezza nelle transazioni sia perché i browser segnalano come “non sicuri” i siti senza SSL, allontanando i visitatori.
Consiglio: non sottovalutare la scalabilità: il tuo hosting deve reggere picchi di traffico, ad esempio durante saldi o campagne promozionali.
Meglio prevedere la possibilità di aumentare risorse (o usare soluzioni cloud auto-scalabili) che ritrovarsi con il sito in crash proprio nel momento di massima vendita.
Ricorda che il 47% dei consumatori si aspetta che una pagina web carichi in 2 secondi o meno
La velocità è cruciale per non perdere utenti impazienti.
Sviluppo e personalizzazione del sito
Con piattaforma, dominio e hosting pronti, si passa alla realizzazione pratica del sito e-commerce.
A seconda delle tue risorse, potresti lavorarci in autonomia (se hai competenze web) oppure affidarti a uno sviluppatore o a una web agency. In questa fase si procede con:
- Installazione della piattaforma
Ad esempio installare WordPress e configurare WooCommerce, oppure installare PrestaShop/Magento sul server.
Per le piattaforme SaaS, questa fase è semplice: crei un account e hai già l’ambiente pronto. - Configurazione base
Impostare la lingua, la valuta (Euro € per l’Italia, e valuta estera se prevedi vendite internazionali), tasse (IVA italiana e eventuali regole per estero), metodi di pagamento principali, zone di spedizione, ecc. Insomma, tutti quei parametri iniziali che permettono al sito di funzionare correttamente secondo le regole del tuo business. - Design e tema grafico
Nella maggior parte dei casi utilizzerai un tema grafico predefinito da personalizzare. Scegli un tema professionale, responsive e compatibile con la tua piattaforma (ce ne sono di specifici per WooCommerce, PrestaShop, Shopify, etc.). Il tema definirà l’aspetto del tuo shop: menu, layout delle pagine, stile visivo. Punta a un design pulito, moderno e soprattutto usabile. L’utente medio deve capire in pochi secondi cosa vendi e come navigare. (Approfondiremo tra poco i principi di UX e design). - Personalizzazioni
Raro che un tema “funzioni” perfettamente senza ritocchi. Probabilmente serviranno personalizzazioni CSS/HTML per adattare colori e font alla tua brand identity, modifiche al layout per inserire elementi specifici, oppure l’installazione di plugin/moduli aggiuntivi per funzioni extra (es.: filtri di ricerca avanzati, integrazione con gestionale, recensioni clienti, chatbot di supporto, ecc.). Fai attenzione a non esagerare con i plugin: installa solo quelli necessari e affidabili, per non appesantire il sito o creare conflitti.
Durante lo sviluppo e-commerce, testa ripetutamente il sito: verifica che tutti i link funzionino, che il processo d’ordine sia filato (prova ad effettuare acquisti di test, simulando diversi scenari di pagamento e spedizione), che le email automatiche (conferma ordine, reset password, ecc.) arrivino correttamente.
È molto utile preparare una checklist di controllo per il pre-lancio, dove spuntare ogni voce (contenuti inseriti, moduli di contatto funzionanti, pixel di tracciamento attivi, versioni mobile testate, ecc.).
Un occhio attento prima di andare online previene figuracce dopo.
Ricorda infine di predisporre ambiente di test o staging per futuri aggiornamenti: poter provare modifiche e nuove funzionalità in un ambiente non pubblico prima di metterle live sul sito ti eviterà di rompere il negozio in produzione.
Questo livello di attenzione tecnica è parte di un approccio professionale che distingue un e-commerce “fatto in casa” da uno curato da specialisti.
Guida e-Commerce – PARTE 4
4. Progetta il design e l’UX del tuo negozio online
L’abito non farà il monaco, ma nel commercio online l’occhio vuole la sua parte: un e-commerce con un design curato e un’ottima UX (user experience) trasmette fiducia e trattiene gli utenti più a lungo, aumentando le probabilità di conversione.
Anche il sito tecnicamente più avanzato fallirà se gli utenti non capiscono come usarlo o lo trovano sgradevole. Vediamo i principi chiave per struttura e design efficaci.
Crea un’esperienza utente (UX) intuitiva
L’UX riguarda come l’utente percepisce e interagisce con il tuo sito. Per un e-commerce vincente, l’esperienza deve essere: semplice, intuitiva e appagante.
Ecco alcuni consigli UX da tenere presenti:
- Navigazione chiara
Il menu deve essere ben organizzato, con categorie di prodotti logiche. Usa etichette semplici (es. “Uomo”, “Donna”, “In Saldo”, “Contatti”) e limita le voci principali per non sovraccaricare. Un utente dovrebbe raggiungere qualsiasi prodotto in massimo 3 clic dalla home. Implementa una barra di ricerca interna visibile, fondamentale per cataloghi ampi. - Velocità e prestazioni
Come già accennato, un sito lento uccide l’esperienza. Ottimizza immagini, usa caching, e scegli un hosting veloce. Testa il sito su vari dispositivi: se una pagina impiega più di 3 secondi a caricarsi su mobile, è probabile che perderai una fetta di utenti impazienti. - Mobile-first design
Progetta l’e-commerce pensando prima allo smartphone. Oltre metà del traffico web (e spesso degli acquisti) avviene da mobile, quindi l’usabilità su piccoli schermi è prioritaria. Bottoni ben grandi, testi leggibili senza zoom, menu mobile facilmente cliccabili, niente elementi che richiedano hover col mouse (che su mobile non esiste). Il design deve essere responsive adattandosi a ogni risoluzione. - Accessibilità
Rendi il tuo shop accessibile a tutti. Usa testi alternativi sulle immagini, colori con contrasto adeguato, caratteri leggibili. Oltre a essere un dovere etico, ti apre a una fetta più ampia di pubblico e migliora la SEO. Per un approfondimento, consulta il nostro servizio di accessibilità digitale e-commerce. - Checkout semplice
L’utente non deve impazzire per completare l’acquisto. Riduci i passaggi del checkout al minimo indispensabile, evita moduli lunghi e complessi. Permetti eventualmente l’acquisto come ospite (senza obbligo di registrazione) per non scoraggiare i nuovi clienti. Più il processo di pagamento è lineare, più aumentano le conversioni. (Approfondiremo il checkout ottimizzato a breve.)
Mettersi nei panni dell’utente è la regola d’oro: durante la progettazione, simula il percorso che farebbero i tuoi potenziali clienti.
Dove potrebbero avere dubbi o difficoltà? Ogni frizione va eliminata.
Un sito ben progettato “guida” l’utente dalla pagina di ingresso fino alla conferma d’ordine in modo fluido.
Struttura le pagine chiave: home, categorie, prodotto, carrello
Dedica particolare attenzione al layout e ai contenuti delle pagine fondamentali di un e-commerce:
- Homepage
La vetrina iniziale. Comunica subito chi sei e cosa vendi. Include un messaggio di benvenuto o slogan chiaro, eventuali promozioni in evidenza, le categorie o prodotti principali. Mantieni la home pulita e focalizzata: meglio poche sezioni ben distinte (es. nuovi arrivi, best seller, categorie top) che un’accozzaglia di tutto. Inserisci magari testimonianze o loghi clienti per costruire fiducia, e un chiaro invito all’azione (ad es. “Scopri il catalogo”). - Pagina categoria (listing prodotti)
Presenta l’elenco di prodotti di una certa categoria. Assicurati che ci siano filtri utili (per prezzo, colore, taglia, ecc. a seconda del tipo di prodotto) e opzioni di ordinamento (per prezzo, novità, popolarità). Le anteprime prodotto devono mostrare foto, nome, prezzo e magari una call-to-action tipo “Aggiungi al carrello” o “Dettagli”. Mantieni il layout grid pulito e coerente. - Pagina prodotto
La più importante, dove si decide l’acquisto. Qui devi fornire tutte le info che servono al cliente per convincersi.
Elementi essenziali: titolo prodotto chiaro, galleria di immagini di qualità, descrizione dettagliata, prezzo ben visibile, pulsante Aggiungi al carrello grande e in evidenza.
A seguire, eventuali varianti (colori, taglie), disponibilità stock, tempi di spedizione, recensioni clienti, scheda tecnica.
Puoi includere anche prodotti correlati (“Potrebbe interessarti anche…”) per incentivare cross-selling.
La pagina deve rispondere a tutte le possibili domande: se l’utente ha dubbi su materiale, dimensioni, garanzia ecc., e non trova risposta, potrebbe abbandonare.
Esempio pratico: se vuoi creare un e-commerce di elettronica, indica chiaramente specifiche tecniche, compatibilità, cosa è incluso nella confezione. Se vendi abbigliamento, fornisci guida alle taglie e composizione dei tessuti. - Carrello
La pagina riepilogativa prima del checkout. Mostra gli articoli selezionati con possibilità di modificare quantità o rimuovere prodotti. Evidenzia il totale parziale e come raggiungere eventuali soglie (es. “Aggiungi €10 per avere spedizione gratuita“).
Inserisci un chiaro pulsante per procedere al Checkout. È utile anche indicare in anticipo i metodi di pagamento accettati e un recap dei tempi di consegna, per rassicurare prima ancora del checkout. - Checkout
Merita un capitolo a parte per la sua importanza, e lo vedremo in dettaglio nella sezione Pagamenti (punto 6). Anticipiamo però che un checkout ideale è one-page o suddiviso in pochi step chiari (spedizione, pagamento, conferma), chiede solo i dati necessari, e ricorda all’utente i contenuti del carrello durante la compilazione.
Ottimizza il percorso d’acquisto (conversion funnel UX)
In gergo marketing si parla di conversion funnel per indicare il percorso che porta un visitatore a diventare cliente, attraverso varie fasi (consapevolezza, interesse, desiderio, azione). Dal punto di vista del design e dell’UX del sito, devi fare in modo che il funnel sia il più possibile fluido e senza interruzioni. Alcuni accorgimenti utili:
- Call To Action (CTA) efficaci
Usa pulsanti e messaggi che invitino l’utente ad avanzare nello shopping. Ad esempio, bottoni “Compra ora”, “Aggiungi al carrello” ben visibili in colore contrastante. Anche dopo l’acquisto, CTA come “Continua lo shopping” o suggerimenti per altri prodotti possono prolungare la sessione dell’utente sul sito. - Percorsi guidati
Rendi semplice per l’utente capire cosa fare dopo in ogni momento. Se è sulla homepage, il prossimo passo potrebbe essere cliccare su una categoria o vedere un prodotto in evidenza. Se ha aggiunto al carrello, dagli un feedback chiaro (“Prodotto X aggiunto al carrello”) con magari un mini riepilogo e il link al checkout. Evita che debba pensare troppo o cercare dove cliccare. - Elimina distrazioni nel momento chiave
Ad esempio, durante il checkout considera di rimuovere menu e link superflui (modalità checkout in pagina pulita) così l’utente non esce dal flusso di pagamento. Più in generale, ogni pagina dovrebbe avere un obiettivo primario (es. la pagina prodotto l’aggiunta al carrello) e gli elementi di design devono convogliare l’attenzione lì. - Recupero di abbandoni
Non è proprio design ma una strategia collegata all’UX: implementa sistemi per gestire gli utenti che abbandonano a metà. Ad esempio, se un utente loggato lascia articoli nel carrello senza comprare, invia una email di promemoria dopo qualche ora. Oppure usa un piccolo pop-up di exit intent (quando sta per chiudere la pagina) con un messaggio tipo “Ti manca poco per completare l’ordine, serve aiuto?”. Queste finezze migliorano la percentuale di utenti che completano il funnel.
L’ottimizzazione del percorso d’acquisto è un processo continuo: dopo il lancio, analizzando i dati potrai individuare punti dove gli utenti escono e lavorare per migliorarli (ne parleremo nella sezione Analisi e Ottimizzazione).
Ma partire con un design orientato alla conversione ti dà già un bel vantaggio iniziale
Guida e-Commerce – PARTE 5
5. Prepara contenuti di qualità e gestisci il catalogo prodotti
I contenuti del tuo e-commerce – testi, immagini, schede prodotto – sono il cuore dell’esperienza di acquisto online.
Dal momento che l’utente non può toccare con mano i prodotti, saranno le informazioni e le immagini che fornisci a convincerlo. Inoltre, contenuti ben ottimizzati aiutano il tuo sito a posizionarsi sui motori di ricerca per le parole chiave rilevanti.
In questa sezione vediamo come creare schede prodotto efficaci, contenuti utili e gestire il catalogo nel tempo.
Crea schede prodotto dettagliate e persuasive
Ogni scheda prodotto deve svolgere due funzioni: informare in modo completo e persuadere all’acquisto. Ecco gli elementi che non possono mancare e qualche suggerimento per ottimizzarli:
- Titolo prodotto chiaro: includi il nome del prodotto e magari una caratteristica chiave. Esempio: “Sneakers running uomo – Modello X in Gore-Tex”. Questo aiuta sia l’utente che la SEO per e-commerce (includendo possibili keyword come “sneakers running uomo”).
- Descrizione breve (riassunto): un paio di frasi in evidenza sotto il titolo o prezzo, che sintetizzano l’essenza del prodotto e il suo beneficio principale. Esempio: “Scarpa da running impermeabile e traspirante, ideale per trail e città anche con pioggia.”
- Descrizione dettagliata: un testo più lungo con tutte le informazioni utili: caratteristiche tecniche, dimensioni, materiali, istruzioni d’uso, vantaggi. Organizza il testo in paragrafi brevi o punti elenco per facilitarne la lettura. Evidenzia in grassetto le parole chiave o i concetti importanti per chi scansiona la pagina velocemente. Racconta anche perché il prodotto è utile: non solo lista di spec, ma come può risolvere un problema o migliorare la vita del cliente. Ad esempio: invece di dire solo “Batteria da 4000 mAh”, potresti aggiungere “Batteria da 4000 mAh – fino a 2 giorni di utilizzo senza ricarica, perfetta per chi è sempre in movimento.”
- Immagini di alta qualità: fornisci foto nitide e professionali. Mostra il prodotto da diverse angolazioni, e se utile aggiungi zoom e immagini in uso (contestualizzate). Per alcuni articoli può servire anche un breve video dimostrativo. Le immagini devono essere leggere (ottimizzate per il web) ma senza sacrificare troppo la qualità. Usa nomi di file descrittivi e attributi ALT nelle immagini, utili per la SEO e l’accessibilità (es.: sneakers-running-uomo-goretex-nera.jpg con alt “Sneakers da running da uomo in Gore-Tex color nero”).
- Informazioni su varianti: se il prodotto ha varianti (taglie, colori, formati), assicurati che la scheda le gestisca in modo chiaro. L’utente deve poter selezionare facilmente la variante desiderata e vedere aggiornati foto e disponibilità in base alla scelta.
- Prezzo e promozioni: ovviamente ben visibile. Se applichi sconti, mostra il prezzo barrato originario e l’entità dello sconto (es. “-20%”), perché attira l’occhio. Indica anche se ci sono promozioni particolari (es. “Spedizione gratuita sopra i 50€” oppure “3×2: prendi 3 paghi 2”). Queste leve possono aumentare il valore medio del carrello.
- Call to action (CTA): il pulsante Aggiungi al carrello deve risaltare. Usa un colore contrastante rispetto allo sfondo e un’etichetta chiara. Valuta di aggiungere pulsanti secondari se opportuno, come “Acquista subito” (per un checkout diretto rapido) o “Aggiungi alla wishlist” (lista dei desideri, utile per clienti registrati).
- Elementi di fiducia: integra nelle schede prodotto elementi che rassicurino: ad esempio recensioni clienti (stelline e commenti), eventuali badge di garanzia (“Originale 100%”, “2 anni di garanzia ufficiale”), informazioni su reso gratuito o assistenza. Queste cose riducono le incertezze di chi sta valutando l’acquisto.
Esempio pratico: se vendi integratori alimentari sul tuo e-commerce, una scheda prodotto convincente includerà: foto del barattolo e close-up della capsula, titolo “Integratore X 500mg – 60 capsule”, breve intro “Supplemento naturale per il benessere di…”, descrizione con ingredienti, benefici e modalità d’uso, tabella nutrizionale, recensioni di altri acquirenti che testimoniano efficacia, e magari un bollino “Certificato BIO”. Il tutto accompagnato dal tasto “Aggiungi al carrello” bello evidente e magari da un messaggio “Consegna in 24/48h – Reso gratuito 30 gg”. Un potenziale cliente così trova tutto ciò di cui ha bisogno per decidere.
Organizza il catalogo e tienilo aggiornato
La gestione del catalogo prodotti non finisce con la creazione delle schede: è un’attività continua. Alcuni consigli organizzativi e operativi:
- Categorie ben strutturate: definisci una gerarchia di categorie e (se serve) sottocategorie per organizzare il catalogo in modo logico. Evita di avere categorie con un solo prodotto (accorpa in categorie più generiche in quel caso) e viceversa categorie con centinaia di prodotti senza possibilità di filtri. Ogni categoria dovrebbe presentare un insieme omogeneo su cui ha senso confrontare i prodotti. Ad esempio, un negozio di elettronica avrà macro-categorie come “Informatica”, “Elettrodomestici”, “Telefonia”, ognuna suddivisa in sottocategorie più specifiche (es. Informatica > Notebook, PC Desktop, Stampanti, Componenti).
- Attributi e filtri: utilizza le funzionalità del CMS per creare attributi di prodotto (es. marca, prezzo, colore, taglia, materiale, ecc.) così da offrire filtri di ricerca efficaci nelle liste. Questo è cruciale per migliorare l’esperienza su cataloghi medi-grandi. Un cliente che può filtrare rapidamente i risultati troverà prima ciò che cerca e sarà meno frustrato.
- Aggiornamento disponibilità stock: un punto dolente per molti e-commerce è vendere prodotti non disponibili. Collegare il sito a un gestionale di magazzino o quantomeno aggiornare manualmente le giacenze è fondamentale per evitare ordini che poi non puoi evadere. Molte piattaforme permettono di mostrare la disponibilità in tempo reale (es. “Disponibili 5 pezzi” oppure “Disponibilità: Alta/Bassa/Esaurito”). Valuta se mostrare questi dati per creare un senso di urgenza (es. se un prodotto sta per terminare, evidenziarlo può spingere all’acquisto). Se un articolo è esaurito, offri la possibilità di essere avvisati quando torna disponibile, raccogliendo l’email del cliente interessato.
- Eliminare o nascondere i prodotti non più in assortimento: se smetti di vendere un prodotto, decidi se toglierlo dal sito (rimuovendolo o nascondendolo) o lasciarlo visibile come “non disponibile”. La seconda opzione può essere utile se quel prodotto attira traffico SEO, magari reindirizzando gli utenti verso alternative. In ogni caso, mantieni il catalogo pulito: troppe pagine di prodotti fuori catalogo possono confondere gli utenti e appesantire il sito.
- Aggiornamento periodico dei contenuti: oltre allo stock, tieni d’occhio l’attualità delle descrizioni e dei prezzi. Ad esempio, se vendi hardware, nuovi modelli rendono obsoleti i vecchi – considera articoli di fine serie, crea categorie outlet, o aggiorna le descrizioni per riflettere cali di prezzo, ecc. Se gestisci promozioni temporanee, ricordati di far terminare gli sconti alla data prevista. Un calendario organizzativo può aiutare a non perdere di vista queste attività ricorrenti.
Infine, arricchisci il tuo e-commerce con contenuti supplementari: guide all’uso, video dimostrativi, FAQ sui prodotti, articoli di blog collegati.
Ad esempio, se vendi attrezzatura fotografica, puoi avere un blog con articoli tipo “Come scegliere la tua prima reflex” che linkano a prodotti del tuo catalogo.
Questo non solo migliora la SEO con keyword correlate, ma posiziona il tuo sito come autorevole e utile. Puoi consultare i nostri casi studio siti e-commerce per vedere come contenuti di qualità possono fare la differenza.”
Localizzazione e multi-lingua (se pertinente)
Da non dimenticare: se prevedi di vendere anche all’estero o a pubblici non italofoni, pianifica la localizzazione del sito.
Offri la lingua inglese (o altre lingue) e valuta le differenze di mercato (valute diverse, metodi di pagamento locali, normative spedizioni doganali, ecc.).
Molte piattaforme hanno plugin per il multi-lingua (ad esempio WPML per WordPress/WooCommerce, moduli multi-language per PrestaShop, ecc.).
Gestire un e-commerce multilingue è impegnativo perché dovrai tradurre e mantenere allineati tutti i contenuti, ma può aprirti mercati notevoli.
Un approccio graduale può essere iniziare con l’Italia, poi aggiungere le lingue man mano che hai capacità di servire quei clienti (logistica, assistenza in lingua, ecc.).
Se invece hai un brand con vocazione internazionale sin dall’inizio, ingloba la localizzazione nella fase di sviluppo per non dover rimettere mano dopo.
Guida e-Commerce – PARTE 6
6. Implementa pagamenti e logistica (spedizioni) in modo efficiente
Un e-commerce non è solo vetrina, ma deve anche incassare pagamenti e consegnare fisicamente i prodotti.
Queste componenti transazionali e logistiche sono il ponte tra il mondo virtuale del sito e quello reale del cliente.
Implementarli correttamente è fondamentale: se qualcosa va storto nel pagamento o nella consegna, tutta l’esperienza viene compromessa.
Vediamo dunque come gestire metodi di pagamento, spedizioni e il delicato tema del post-vendita (resi, assistenza).
Offri metodi di pagamento sicuri e flessibili
I metodi di pagamento che accetti sul tuo e-commerce possono influenzare significativamente le vendite.
L’utente deve trovare il suo metodo preferito, altrimenti potrebbe abbandonare l’acquisto. Alcuni consigli:
- Carte di credito/debito: indispensabili. Appoggiati a gateway affidabili come Stripe, PayPal (che gestisce anche carte), Braintree, o ai servizi delle banche (Nexi, Axerve, Unicredit PagOnline, etc.). Ormai tutti offrono soluzioni compatibili con i principali circuiti (Visa, Mastercard, American Express) e con SCA (Strong Customer Authentication) via 3D Secure. Una agenzia e-commerce esperta può consigliarti le soluzioni più adatte al tuo business specifico.
- PayPal e simili: PayPal resta uno dei metodi più amati per la sicurezza percepita dagli utenti. Molti clienti si fidano di PayPal perché non devono inserire i dati carta sul sito. Integrare PayPal è semplice e può aumentare le conversioni, specie su un nuovo shop di cui l’utente non conosce ancora l’affidabilità. Altre soluzioni simili emergenti: Satispay (in Italia sempre più diffuso), Google Pay/Apple Pay (pagamento veloce da mobile), Amazon Pay. Offrire queste opzioni rende il checkout più comodo per diverse tipologie di utenti.
- Bonifico bancario e contrassegno: sebbene in calo, alcuni clienti (soprattutto meno giovani o business) potrebbero chiedere di pagare con bonifico anticipato. Puoi offrirlo, specificando però che l’evasione avverrà al ricevimento importo (più lenta quindi). Il contrassegno (pagamento in contanti alla consegna) ancora viene utilizzato in alcuni settori, ma ha costi extra e rischi (ordine rifiutato al corriere). Valuta se proporlo magari con un sovrapprezzo per coprire il rischio.
- Pagamenti rateali/pay later: per articoli costosi, dare la possibilità di pagare a rate o entro tot giorni può aumentare gli ordini. Servizi come Clearpay, Klarna, Scalapay permettono al cliente di dilazionare il pagamento (mentre tu ricevi subito l’intero importo, meno una commissione). Questo può fare la differenza in ambiti come elettronica, arredamento o moda di alta fascia.
Dal punto di vista tecnico, l’integrazione dei pagamenti di solito avviene tramite plugin/moduli ufficiali forniti dai gateway (ad es. il modulo PayPal per PrestaShop, o Stripe per WooCommerce).
Assicurati di testare ogni metodo effettuando transazioni di prova. Controlla anche la gestione delle valute: se vendi solo in Italia basterà l’Euro, ma se prevedi vendite estere potresti voler accettare pagamenti in USD, GBP ecc., quindi la piattaforma deve supportarlo.
Un checkout con più opzioni di pagamento è più inclusivo e riduce gli abbandoni: secondo alcune analisi, offrire varie modalità di pagamento può aumentare il tasso di conversione fino al 35% perché intercetta le preferenze di un pubblico più ampio.
Naturalmente, mantieni il tutto sicuro: usa certificato SSL (obbligatorio) e rispetta gli standard PCI-DSS se gestisci direttamente i dati carta (in molti casi però non li tocchi nemmeno, demandando tutto al provider esterno).
Organizza spedizioni e consegne rapide
La logistica è dove la promessa dell’e-commerce si concretizza: il cliente ha comprato, ora si aspetta di ricevere il prodotto integro e nei tempi previsti.
Una gestione efficiente delle spedizioni è fondamentale per la soddisfazione e la fidelizzazione. Ecco come curarla:
- Scegli i corrieri giusti: valuta partner logistici affidabili come SDA, Bartolini (BRT), GLS, UPS, DHL, ecc. Confronta tariffe e servizi: alcuni sono più rapidi in certe zone, altri offrono opzioni come consegna al sabato, fermo deposito, assicurazione sul pacco. Puoi usare più corrieri in parallelo (es. uno per spedizioni economiche standard, un altro per express 24h). Inizia magari con 1-2 corrieri e poi aggiusta in base alle performance e feedback dei clienti.
- Costi di spedizione e soglie: decidi la tua politica di costi. Molti e-commerce impostano una soglia di gratuità (es.: sopra 50€ di ordine, spedizione gratuita) per incentivare carrelli più ricchi. Se non puoi permettertelo, cerca almeno di calcolare tariffe eque in base a peso/volume e destinazione. Comunica chiaramente i costi già nelle pagine carrello/checkout (nessuno vuole sorprese finali). Eventualmente offri più opzioni: standard (più economica ma lenta) vs express (più cara ma veloce).
- Imballaggio accurato: predisponi materiali di imballo adatti ai tuoi prodotti (scatole di varie misure, imbottiture, nastro personalizzato). L’obiettivo è che la merce arrivi senza danni e con un aspetto professionale. Un pacco ben confezionato (magari con un tocco di branding, tipo un biglietto di ringraziamento o un adesivo con logo) migliora l’esperienza unboxing e la percezione del tuo brand.
- Tempi di evasione: stabilisci un processo interno per cui ogni ordine viene preparato e consegnato al corriere entro un certo tempo (es. 24 ore). Aggiorna lo status dell’ordine sul sito (molte piattaforme inviano email automatiche “il tuo ordine è stato spedito” con tracking). Soprattutto all’inizio, monitora ogni spedizione: verifica che i pacchi partano e arrivino nei tempi, intervenendo se ci sono intoppi (pacco fermo, destinatario assente, ecc.). Questo ti farà capire anche l’affidabilità dei corrieri scelti.
- Spedizioni internazionali: se vendi all’estero, la questione si complica con dogane e costi maggiori. Puoi decidere di iniziare spedendo solo in UE (niente dogana) o solo in Italia finché non sei pronto. In ogni caso, informa chiaramente se ci sono limitazioni (es. “spediamo solo sul territorio nazionale” o “spediamo in UE, esclusi territori extra-UE, no Svizzera”). Per l’estero potresti dover gestire modulistica doganale: rivolgiti al corriere per sapere come preparare fatture pro-forma o documenti richiesti.
Un trucco per migliorare l’esperienza: dai al cliente il controllo.
Offri possibilità come: scelta della data di consegna (alcuni corrieri lo consentono), indirizzo alternativo (ufficio, punto di ritiro in zona), e notifiche tracking via SMS/email.
Più il cliente è informato sullo stato del suo ordine, meno probabilità avrà di preoccuparsi o contattare il supporto.
Cura il servizio post-vendita: resi, cambi e assistenza clienti
Il rapporto col cliente non finisce al momento dell’acquisto.
Anzi, proprio nel post-vendita puoi costruire la fidelizzazione (il cliente che torna da te e parla bene di te).
Due aspetti fondamentali qui sono la gestione di resi/cambi merce e il customer care.
- Resi e cambi facili: malgrado tutti i tuoi sforzi, ci saranno clienti che vorranno restituire un prodotto (magari perché non soddisfa le aspettative, o per un difetto, o un cambio taglia). Gestire bene i resi trasforma un potenziale malcontento in un punto a favore. Stabilisci una procedura chiara: ad esempio, il cliente ti contatta entro X giorni, fornisce un motivo (utile per tue statistiche), tu gli invii un’etichetta prepagata per il reso (puoi farlo con contratti corriere che includono resi a tariffe agevolate) o gli chiedi di spedire a sue spese a un indirizzo. Quando il reso arriva, rimborsa velocemente il cliente (o emetti un buono/accredito se preferisce). Se il reso è dovuto a tuo errore (prodotto difettoso o errato), accollati tutte le spese e magari offri un piccolo coupon sconto come scusa per l’inconveniente: trasformerai un insoddisfatto in un cliente fedele impressionato dal tuo servizio. Metti bene in evidenza sul sito la Politica di Reso – i clienti la cercano prima di acquistare, soprattutto nei settori abbigliamento e calzature.
- Assistenza clienti multicanale: renditi raggiungibile. Integra sul sito un modulo di contatto e pubblica un’email dedicata per l’assistenza (es. support@tuodominio.it). Se possibile, fornisci anche un numero di telefono (meglio se numero verde) o un contatto WhatsApp Business per chi preferisce voce o chat. Rispondi sempre con cortesia e tempestività. Valuta di implementare una live chat sul sito: può servire sia per pre-vendita (un utente indeciso chiede info in tempo reale) sia per post-vendita. Spesso una risposta immediata evita che il cliente abbandoni il sito o si innervosisca.
- FAQ e auto-assistenza: per ridurre il carico sul customer care, prepara una sezione FAQ (Domande frequenti) ben fornita, che copra dubbi su spedizioni, pagamenti, resi, funzionamento dei prodotti, ecc. Una knowledge base aiuta i clienti a trovare da soli le risposte. Puoi anche pensare a brevi video tutorial per le domande più comuni (es. “come avviare il prodotto X la prima volta”).
- Gestione delle recensioni e feedback: incoraggia i clienti a lasciare una recensione dopo l’acquisto, magari inviando una mail automatica dopo tot giorni dalla consegna. Le recensioni positive saranno oro per convincere nuovi acquirenti; quelle negative vanno gestite con cura: rispondi pubblicamente scusandoti e offrendo soluzione, così dimostri trasparenza e volontà di rimediare. Puoi anche integrare sistemi di recensioni certificate (es. Feedaty, Trustpilot) per maggiore credibilità.
Un’azienda che supporta bene il cliente costruisce una reputazione ottima.
Gli utenti soddisfatti del servizio post-vendita non solo torneranno, ma parleranno bene di te (passaparola, recensioni social).
Al contrario, una brutta esperienza di reso o assistenza può finire per scoraggiare molti potenziali clienti che lo verranno a sapere.
Dunque dedica risorse anche a questa fase, non solo alla “vetrina” iniziale.
Guida e-Commerce – PARTE 7
7. Strategia di marketing e lancio del tuo e-commerce
“Se lo costruisci, i clienti arriveranno da soli” – purtroppo non funziona così nell’e-commerce.
Dopo aver messo online il tuo nuovo sito, la sfida è attirare visitatori qualificati e convertirli in clienti.
Una strategia di digital marketing integrata è essenziale per ottenere visibilità su Google, farsi conoscere dal target e generare vendite.
In questa sezione vediamo i principali canali e attività di marketing per un e-commerce nel 2025, e come pianificare il lancio iniziale.
Fatti trovare su Google: SEO per e-commerce
La SEO (Search Engine Optimization) è un insieme di tecniche per posizionare il tuo e-commerce ai primi posti sui motori di ricerca (in primis Google) per le parole chiave rilevanti.
Per un e-commerce, la SEO è cruciale: gran parte del traffico e delle vendite può arrivare da ricerche organiche se sei ben posizionato.
Ecco come ottimizzare:
- Ricerca keyword: individua le parole chiave che i tuoi potenziali clienti userebbero per cercare prodotti come i tuoi. Considera keyword specifiche (es. “scarpe running goretex uomo”) oltre a termini generici (“scarpe running”). Puoi usare strumenti come Google Keyword Planner, SEMrush, Ubersuggest, o semplicemente osservare i suggerimenti di ricerca Google. Presta attenzione anche alle keyword locali se hai un negozio fisico (es. “e-commerce vino online Italia”).
- Ottimizzazione on-page: per ogni pagina prodotto, categoria e contenuti, ottimizza tag title (il titolo che apparirà nei risultati di ricerca) includendo le parole chiave principali, e una meta description accattivante che invogli al click. Nelle pagine, utilizza heading (H1, H2…) in modo gerarchico con le keyword, e assicurati che gli URL siano parlanti (es. …/scarpe-running-goretex anziché …/product?id=123). Le descrizioni prodotto di qualità di cui parlavamo prima aiutano anche la SEO, fornendo testo originale e ricco di termini correlati.
- Content marketing (blog): avere un blog o sezione guide sul tuo sito ti permette di intercettare ricerche informazionali legate ai tuoi prodotti. Ad esempio, un e-commerce di cosmetici può scrivere articoli “Come creare una skincare routine personalizzata” e poi proporre i prodotti in linea con la guida. Questi contenuti portano traffico organico e costruiscono autorevolezza. L’importante è che siano utili e non solo promozionali, così da attirare lettori (e potenziali clienti).
- Link building e digital PR: Google considera molto anche i backlink (link da altri siti verso il tuo) per valutare l’autorevolezza. Puoi cercare di ottenere link partecipando a forum di settore, rilasciando comunicati stampa sul lancio del tuo e-commerce (magari qualche testata o blog ne parlerà linkandoti), collaborando con influencer o blog per recensioni dei tuoi prodotti (in cambio di un link al tuo sito). Attenzione: evita pratiche black-hat come l’acquisto di link massivi; concentrati piuttosto su partnership genuine e contenuti così validi che altri vorranno citarli.
- SEO tecnica: assicurati che il sito sia scansionabile e indicizzabile dai motori. Genera una sitemap XML e un file robots.txt adeguato. Controlla che non ci siano errori 404 o link rotti, che i tempi di caricamento siano contenuti (Google premia i siti veloci anche in ottica SEO con il suo Page Experience update), e che il sito sia mobile-friendly (cosa che ormai diamo per scontato, ma da verificare con test mobile-friendly di Google). Configura Google Search Console per monitorare l’indicizzazione e eventuali problemi segnalati da Google.
La SEO dà frutti sul medio periodo, quindi non scoraggiarti se nelle prime settimane non vedi subito il tuo sito scalare le posizioni.
È una maratona, ma ripaga: ottenere visite senza dover pagare ogni volta per la pubblicità è un asset fondamentale.
Tieni d’occhio i competitor che già appaiono per le keyword che ti interessano: studia i loro siti, i loro contenuti, e cerca di fare meglio, offrendo nella tua pagina qualcosa di più utile o aggiornato (proprio come stiamo facendo con questa guida rispetto ai competitor!).
Pubblicità online: SEM, social media e marketplace
Accanto al traffico organico, dovrai quasi certamente investire in pubblicità online per dare visibilità rapida e mirata al tuo e-commerce, specialmente all’inizio.
Ecco i canali principali da considerare:
- SEM (Search Engine Marketing): consiste nelle campagne a pagamento sui motori di ricerca, principalmente Google Ads. Puoi attivare campagne sulla rete di ricerca (gli annunci testuali che compaiono sopra ai risultati organici quando l’utente cerca una certa keyword) per intercettare subito chi cerca i tuoi prodotti. Ad esempio, biddare sulla keyword “acquista smartphone XYZ” e far apparire il tuo annuncio in cima con il link al tuo prodotto. Si paga normalmente a costo per click (CPC), quindi ogni visita ha un costo, ma puoi impostare budget giornalieri. Un altro strumento potentissimo per e-commerce sono gli annunci Shopping: con Google Shopping carichi il feed dei tuoi prodotti (nome, immagine, prezzo) e Google mostrerà i tuoi prodotti comparandoli ad altri per le ricerche degli utenti, spesso con immagini e prezzi visibili direttamente. È ottimo per prodotti competitivi.
- Social Media Marketing: crea profili per la tua attività su Facebook, Instagram, e se adatto al tuo target anche TikTok, Pinterest o LinkedIn (quest’ultimo se operi in ambito B2B ad esempio). Oltre a postare contenuti organici (per costruire la community e mostrare il lato “umano” del brand), sfrutta le inserzioni a pagamento. Facebook/Instagram Ads permettono targeting molto specifici per interessi, età, zona geografica, ecc. Puoi fare campagne per far conoscere il brand (brand awareness), per promuovere offerte specifiche, o campagne di remarketing (mostrare annunci a chi ha già visitato il sito senza comprare: ad esempio un carosello Instagram dei prodotti che avevano messo nel carrello). Video brevi e immagini accattivanti funzionano bene su questi canali.
- Email marketing e automazioni: costruisci pian piano una lista email (ad esempio tramite iscrizione alla newsletter con un incentivo tipo uno sconto di benvenuto). L’email marketing è uno degli strumenti con ROI più alto nell’e-commerce: puoi inviare newsletter periodiche con nuovi prodotti o offerte, segmentare il pubblico (es. clienti attivi vs inattivi, categorie di interesse) e inviare messaggi mirati. Implementa anche email automated: carrelli abbandonati (come detto prima, un’email automatica se l’utente lascia il sito con articoli nel carrello), email post-acquisto (per chiedere recensione o suggerire prodotti correlati), email di ricorrenza (compleanno del cliente con codice sconto, anniversario della prima vendita, etc.). Strumenti come MailChimp, Sendinblue (Brevo), Klaviyo o Mailup (di cui abbiamo realizzato l’addon ufficiale per Prestashop) integrano bene queste automazioni con i principali CMS.
- Influencer marketing: nel 2025 continua a essere una leva forte. Identifica influencer o micro-influencer nel tuo settore (YouTuber, Instagrammer, TikToker…) il cui pubblico corrisponde al tuo target. Una loro recensione o presentazione dei tuoi prodotti può portare traffico e vendite, oltre a contenuti riutilizzabili. Definisci bene gli accordi: alcuni lavorano a compenso fisso, altri in affiliazione (percentuale sulle vendite generate con un codice sconto dedicato). Monitora i risultati per capire il ROI di queste collaborazioni.
- Marketplace paralleli: considera di vendere anche attraverso marketplace affermati come Amazon, eBay, Etsy (se artigianato) parallelamente al tuo sito. Certo, il focus di questa guida è creare il tuo e-commerce proprietario, ma nulla vieta di presidiare altri canali di vendita. Amazon ad esempio può dare grande visibilità, con la controparte di commissioni elevate e meno controllo sul branding. Molti brand usano Amazon per acquisire clienti che poi fidelizzano sul proprio store. In fase di lancio, può essere una strategia per generare fatturato e farsi conoscere, per poi magari spingere offerte esclusive sul tuo sito (dove hai margini migliori perché eviti commissioni).
L’importante con la pubblicità è monitorare costantemente le performance: usa gli strumenti di analytics (Google Analytics, Facebook Pixel, etc.) per capire da dove arrivano le conversioni e calcolare il ROAS (Return on Ad Spend).
Se spendi 1.000€ in campagne e ottieni vendite per 5.000€, hai ROAS 5: ottimo; se ottieni 1.000€ soltanto, sei in perdita e devi ottimizzare targeting, creatività o magari lavorare sulla conversione onsite.
Sii pronto a sperimentare: il marketing digitale offre tanti formati, non esiste una formula magica unica.
Testa diversi annunci, diverse offerte, e impara dai dati cosa funziona meglio per il tuo pubblico.
Il funnel di conversione: dall’acquisizione alla fidelizzazione
Abbiamo menzionato più volte il concetto di funnel (imbuto) di conversione.
Vediamo come orchestrare tutte le attività in un funnel completo, che porti un utente sconosciuto a diventare cliente abituale:
- Fase di Awareness (Consapevolezza): qui l’obiettivo è farsi conoscere. Un utente inizia a sentire parlare del tuo brand o a vedere i tuoi contenuti. Canali tipici: post sui social, articoli SEO informativi (che rispondono a dubbi senza ancora vendere direttamente), annunci display o video orientati al brand, passaparola o PR. Esempio: un video su Instagram in cui presenti i problemi che il tuo prodotto risolve, senza fare un pitch di vendita diretto.
- Fase di Interest (Interesse): l’utente consapevole approfondisce perché è interessato. Visita il tuo sito, magari legge alcune schede prodotto o articoli, confronta prezzi. Qui devi catturare il lead: invitarlo a iscriversi alla newsletter, o seguirti sui social, o aggiungere prodotti alla wishlist. Offrire contenuti di valore (es. un ebook gratuito, una prova omaggio) in cambio dell’email è una tecnica classica. In questa fase il retargeting pubblicitario è importante: se uno visita il sito e non compra, lo “insegui” con annunci mirati nei giorni successivi per riportarlo da te.
- Fase di Decision (Decisione): l’utente è vicino all’acquisto, magari ha messo prodotti nel carrello. Qui entrano in gioco leve come recensioni (che lo rassicurano sulla qualità), offerte a tempo (per creare urgenza e fargli decidere subito), e la fluidità del sito nel permettergli di concludere l’ordine senza intoppi. Se noti che tanti arrivano al carrello ma non acquistano, può essere utile ad esempio un codice sconto di benvenuto: un piccolo incentivo economico per rompere gli indugi al primo acquisto. Anche le email di recupero carrello rientrano qui, cercando di convincere l’utente indeciso a finalizzare.
- Fase di Action (Azione/acquisto): evviva, l’utente compra e diventa cliente! Questa è la conversione principale, ma il funnel non finisce qui.
- Fase di Retention (Fidelizzazione): dopo l’acquisto, attiva strategie per far sì che il cliente torni. Email di follow-up con prodotti correlati o accessori, programma fedeltà (es. punti per ogni euro speso convertibili in sconti), trattamento VIP ai clienti migliori, assistenza post-vendita proattiva (“Tutto ok con il prodotto che hai ricevuto? Serve aiuto?”). Un cliente soddisfatto e fidelizzato avrà un lifetime value molto più alto di uno occasionale. Inoltre in questa fase c’è il Referral: clienti contenti possono portartene di nuovi tramite passaparola, recensioni positive, o programmi “Presenta un amico” con vantaggi per entrambi.
In sostanza, pensa al marketing in modo integrato: ogni canale (SEO, social, email, ads) gioca un ruolo in una o più fasi del percorso del cliente.
Coordina i messaggi e mantieni una coerenza di brand: logo, tone of voice, valori comunicati dovrebbero essere uniformi ovunque, così da costruire un’identità forte e riconoscibile.
Pianifica un lancio efficace
Il lancio ufficiale del tuo e-commerce merita un’attenzione specifica. Creare un po’ di hype attorno all’apertura e partire col piede giusto può dare uno slancio notevole.
Alcune idee per il lancio:
- Conteggio alla rovescia: prima di andare live, puoi creare una pagina “Coming Soon” sul tuo dominio, con un countdown e magari la possibilità di iscriversi per essere avvisati all’apertura (magari offrendo un coupon di sconto ai pre-iscritti). Così crei una piccola base di potenziali clienti ancor prima di aprire.
- Comunicati stampa e PR: prepara un comunicato stampa sul lancio del tuo e-commerce, soprattutto se c’è qualche elemento di novità (nuovo prodotto innovativo, concept particolare, partnership interessante). Invialo a testate locali o di settore, e a blogger influenti. Anche se non tutte riprenderanno la notizia, qualcuna potrebbe darti visibilità.
- Promozione di lancio: attira i primi clienti con un’offerta speciale dedicata al lancio. Ad esempio: sconto 20% su tutto il catalogo nella prima settimana, oppure spedizione gratuita per il primo mese, o un omaggio per i primi 100 ordini. Questo invoglia a provare il nuovo store e può farti ottenere subito un nucleo di ordini (anche se con margine ridotto per via degli sconti). L’importante è poi far sì che questi clienti magari tornino in futuro a prezzo pieno perché si sono trovati bene.
- Campagna social dedicata: annuncia l’apertura su tutti i tuoi canali social, magari con un piccolo teaser nei giorni prima (“-3 giorni al lancio di…”) e poi con post e storie il giorno stesso mostrando il sito, i prodotti, il dietro le quinte. Puoi fare una diretta live in cui presenti il negozio online, rispondi a domande e lanci qualche codice sconto temporaneo per chi segue la live.
- Adv mirata al day-one: concentra un budget pubblicitario extra nei giorni del lancio. Ad esempio, attiva una campagna Google Ads sulla keyword col tuo brand (per occupare i primi risultati quando la gente lo cercherà) e su alcune keyword di prodotto chiave; e fai partire ads su Facebook/Instagram per raggiungere il target con la comunicazione di “apertura” e la promo lancio.
- Partner e cross-marketing: se hai partner o fornitori disponibili, chiedi loro di condividere la notizia. Ad esempio, se vendi prodotti di un certo marchio, il brand stesso potrebbe segnalare sui social che da oggi c’è un nuovo e-shop dove trovare i loro prodotti (il tuo!). Oppure collaborazioni con influencer già pianificate proprio in concomitanza del lancio, per fare review o unboxing dei tuoi prodotti il primo giorno di apertura.
Monitorando attentamente i risultati del lancio (traffico, ordini, feedback), potrai capire cosa ha funzionato di più e regolare la strategia nelle settimane successive, trasformando la spinta iniziale in un flusso costante di crescita.
Guida e-Commerce – PARTE 8
8. Analisi dei dati e ottimizzazione continua
Una volta avviato l’e-commerce, il lavoro non è finito: in realtà non finisce mai. I migliori negozi online crescono perché analizzano costantemente i dati e aggiustano la rotta di conseguenza.
Dall’andamento delle vendite al comportamento degli utenti sul sito, dai tassi di conversione all’efficacia delle campagne marketing, ogni informazione è preziosa per migliorare performance e profitti.
In questa parte vediamo come impostare un buon sistema di analytics e come adottare un approccio di miglioramento continuo (CRO – Conversion Rate Optimization).
Imposta KPI e strumenti di analisi
Prima di tutto, decidi quali sono i Key Performance Indicators (KPI) principali per il tuo e-commerce.
Alcuni tipici includono:
- Traffico web: quanti visitatori unici vengono sul sito (giornalieri, mensili). Divisi magari per canale (organico, PPC, social, referral…).
- Tasso di conversione: la percentuale di visite che si tramutano in un ordine effettuato. Es: 100 visite, 2 ordini = conversion rate 2%. Questo è uno degli indicatori più importanti da monitorare e migliorare.
- Costo di acquisizione cliente (CAC): quanto spendi in marketing per ottenere un cliente pagante. Si calcola ad esempio budget ads / n° nuovi clienti acquisiti in un periodo. Va confrontato col valore medio di un ordine per capire se sei in profitto.
- Valore medio dell’ordine (AOV – Average Order Value): la media di quanto spendono i clienti per ordine. Aumentarlo (con cross-sell, upsell, soglie spedizione gratuita, ecc.) fa crescere il fatturato senza aumentare i clienti.
- Rendimento campagne: per ogni campagna pubblicitaria o di email marketing, analizza metriche proprie: CTR (click-through rate) degli annunci, tasso di apertura e click delle email, ROAS delle campagne, ecc.
- Tasso di abbandono carrello: quante persone aggiungono al carrello ma non completano. Se è alto (spesso 60-70% è normale, ma oltre 80% preoccupa), c’è margine di ottimizzazione nel processo di checkout o nell’offerta.
- Customer Lifetime Value (LTV): il valore totale generato da un cliente sul lungo periodo (sommando tutti i suoi acquisti). Se vedi che i clienti soddisfatti tornano e spendono di più, potrai anche permetterti CAC più alti per acquisirne di nuovi, perché sai che a regime rientreranno della spesa.
Per raccogliere questi dati, implementa strumenti di analytics fin da subito:
- Google Analytics 4 (GA4): lo standard gratuito per monitorare il traffico e i comportamenti sul sito. Configuralo con gli eventi e-commerce (aggiunta al carrello, inizio checkout, acquisto) in modo da avere funnel e conversioni tracciate. GA4 offre anche analisi per coorte (per vedere la retention dei clienti). Assicurati di rispettare il GDPR anonimizzando IP e mostrando l’informativa cookie adeguata (GA4 in teoria senza altri tag pubblicitari può essere usato con legittimo interesse, ma la normativa è complessa – se vuoi essere al sicuro chiedi il consenso esplicito anche per GA4 tramite cookie banner).
- Pixel Facebook/Meta e altri tag ads: se fai campagne su Facebook/Instagram, installa il Meta Pixel per tracciare azioni degli utenti provenienti da lì (e fare retargeting). Idem per Google Ads: imposta il conversion tracking di Google Ads per collegare ordini alle keyword e agli annunci. Strumenti come Google Tag Manager possono aiutare a gestire tutti questi script facilmente e in modo ordinato.
- CRM / dashboard interni: la piattaforma e-commerce stessa avrà un pannello ordini con statistiche (es. PrestaShop e WooCommerce mostrano vendite, ordini, ecc.). Puoi considerare di connettere i dati a un CRM o a un foglio di calcolo per tenere traccia di informazioni sui clienti (utile per CRM marketing: sapere chi sono i top client, chi non compra da tot tempo, ecc. e agire di conseguenza). Ci sono anche soluzioni BI (Business Intelligence) per e-commerce più evolute, ma per iniziare GA4 più l’analytics integrata del CMS bastano. Per le aziende che vogliono spingersi oltre, è disponibile un servizio di business intelligence per e-commerce che può fornire insight più approfonditi.
Una volta impostati gli strumenti, controlla i KPI regolarmente: es. fai un report mensile con le metriche chiave e il loro andamento rispetto al mese precedente.
In questo modo individui presto se c’è qualcosa di anomalo (es. calo del traffico organico -> potrebbe esserci un problema SEO o un concorrente ti ha superato; aumento del tasso di abbandono carrello -> forse un bug nel checkout dopo un aggiornamento).
Analizza il comportamento degli utenti sul sito
Oltre ai numeri aggregati, è molto utile capire come gli utenti navigano il tuo sito.
Esistono strumenti di analisi qualitativa come:
- Heatmaps e session recording: strumenti come Hotjar, Lucky Orange o Microsoft Clarity consentono di generare mappe di calore (heatmap) che mostrano dove le persone cliccano di più nelle pagine, e registrare in forma anonima sessioni di utenti reali, per guardare poi “replay” di come si muovono nel sito. Può sembrare invasivo, ma se usato con rispetto della privacy (oscurando dati personali e mostrando avviso cookie appropriato) è legale e fornisce insight potentissimi. Ad esempio, potresti scoprire che gli utenti scrollano poco e non vedono un certo contenuto importante in fondo, oppure che molti cliccano su un’immagine pensando sia un pulsante – indicandoti che devi rendere quell’elemento cliccabile o più chiaro.
- Analisi dei funnel in GA4: definisci i funnel (es. percorso categoria -> prodotto -> carrello -> checkout -> conferma) e osserva dove c’è il maggior drop-off. Se vedi che dal carrello solo metà inizia il checkout, magari c’è qualcosa in quella pagina che scoraggia (costi spedizione troppo alti che compaiono, obbligo registrazione, ecc.). Se tanti iniziano il checkout ma pochi lo completano, forse c’è un problema nella pagina pagamento (ad esempio un metodo di pagamento che dà errori). Queste analisi aiutano a individuare i colli di bottiglia.
- Feedback diretto degli utenti: non c’è niente di meglio che sentire i clienti. Includi un sondaggio di soddisfazione (magari post-acquisto: “Come valuteresti la tua esperienza di acquisto? Cosa miglioreresti?”) oppure una semplice domanda nel sito tipo “Hai trovato quello che cercavi? Se no, dicci cosa manca.” Questi feedback qualitativi possono rivelare problemi che i meri dati numerici non evidenziano. Ad esempio, i clienti potrebbero lamentare che non trovano informazioni sulle taglie – ed ecco un elemento da aggiungere in scheda prodotto.
Ottimizzazione continua (CRO: Conversion Rate Optimization)
Con i dati alla mano, l’approccio vincente è sperimentare e migliorare di continuo.
La CRO per e-commerce è proprio l’arte di apportare cambiamenti al sito in modo scientifico per vedere se migliorano le conversioni.
Ecco come procedere:
- Ipotizza e modifica: sulla base delle analisi, fai ipotesi. Esempio: “Forse il checkout a due pagine scoraggia gli utenti, proviamo a renderlo in un’unica pagina.” Oppure “Il banner in home non attira abbastanza clic, testiamo un’immagine diversa o un messaggio differente.” Implementa la modifica che pensi possa portare beneficio.
- Test A/B: idealmente, usa test A/B (split test) per provare due varianti e vedere quale funziona meglio. Ci sono tool che facilitano (Google Optimize era uno, ora dismesso, ma ce ne sono altri; anche alcune piattaforme come Shopify hanno app per A/B test). Per esempio, metà utenti vede il checkout su un’unica pagina, metà vede la versione vecchia su due passi, e misuri chi converte di più. Se la differenza è statisticamente significativa, hai una vincitrice. Questo elimina il dubbio e l’effetto di altri fattori temporali.
- Itera il processo: la CRO non finisce mai. Ogni mese focalizzati su qualche aspetto migliorabile, testalo, misura. Puoi lavorare su mille fronti: velocità del sito (ottimizzando codice e immagini), layout di una pagina, testo di un bottone, nuove funzionalità (es. aggiungere pagamento Apple Pay e vedere se aumentano le conversioni da iPhone), ecc. Anche il marketing fa parte: test A/B anche nelle email (oggetto A vs B quale ottiene più aperture) o negli annunci (visual diversi). Ogni guadagno percentuale si somma e nel lungo periodo può raddoppiare le performance.
- Prioritizza gli interventi: avrai una lunga lista di possibili miglioramenti. Dagli una priorità in base all’impatto potenziale e alla facilità di implementazione. Esempio: cambiare il colore di un bottone (facile, impatto medio) vs rifare completamente la descrizione di 1000 prodotti (difficile, impatto potenzialmente alto sulla SEO e conversione). Scegli alcune “quick win” per miglioramenti rapidi e alcune attività più lunghe che pianificherai gradualmente.
Inoltre, guarda anche fuori dal tuo sito: analizza i dati di mercato, tieni d’occhio i concorrenti (cosa stanno cambiando?
Offrono nuove feature?), segui i blog di settore e le case study di successo di altri e-commerce.
L’innovazione può darti un vantaggio. Ad esempio, negli ultimi anni stanno prendendo piede tecnologie come la realtà aumentata per provare i prodotti, le chatbot AI avanzate per assistenza istantanea, i sistemi di personalizzazione che mostrano prodotti in home in base alla cronologia di navigazione dell’utente.
Valuta se e quando adottare queste novità in base al tuo pubblico e budget.
Ricorda che l’e-commerce è dinamico: quello che funziona oggi potrebbe non bastare domani.
Ma con un approccio data-driven e flessibile, sarai in grado di adattarti e mantenere un vantaggio competitivo.
Guida e-Commerce – PARTE 9
9. E-commerce esistente ma non performante: come migliorarlo
Finora abbiamo parlato pensando a chi parte da zero, ma uno dei target di questa guida sono anche aziende con un e-commerce già avviato ma che non rende secondo le aspettative.
Se ti ritrovi in questa situazione, la buona notizia è che puoi rivitalizzare un sito esistente seguendo molti dei consigli già esposti e aggiungendo un’analisi critica di ciò che non ha funzionato finora.
Ecco un approccio per rilanciare un e-commerce stagnante:
Fai un audit completo del sito
Il primo passo è capire dove stanno i problemi.
Conduci un audit approfondito del tuo e-commerce attuale:
- Audit tecnico: verifica le prestazioni (velocità di caricamento, eventuali errori nel codice, compatibilità mobile). Strumenti come Google PageSpeed Insights o GTmetrix danno indicazioni su cosa ottimizzare (cache, compressione, script lenti, ecc.). Controlla se ci sono errori SEO (pagine non indicizzate, link rotti, meta tag mancanti). Assicurati che piattaforma, plugin e certificati siano aggiornati – un sito antiquato può avere bug o falle di sicurezza che impattano anche l’user experience.
- Analisi UX: ripercorri come un utente il sito: è chiaro il messaggio e la proposta di valore? La navigazione è confusa? Ci sono colli di bottiglia nel percorso d’acquisto? Usa magari le tecniche dette prima (heatmap, session recording, feedback utenti) per individuare punti critici. Ad esempio scopri che il form di registrazione obbligatoria fa perdere il 30% degli utenti -> azione: introdurre checkout ospite. Oppure noti che su mobile metà dello schermo è occupato da un banner inutile -> azione: riprogettare la versione mobile eliminando elementi non necessari.
- Valuta catalogo e offerta: analizza i dati di vendita prodotto per prodotto. Ci sono molti articoli che non vendono mai? Capire se il problema è la scarsa domanda (forse prodotti non adatti, o obsoleti) oppure la poca visibilità (magari sono prodotti ok ma sono nascosti nel sito, o le descrizioni sono scarse). Taglia i rami secchi: semplifica il catalogo eliminando prodotti irrilevanti, così da focalizzare marketing e risorse sui prodotti più richiesti e redditizi.
- Customer journey esterno: controlla la tua presenza online complessiva. Il tuo e-commerce magari non performa perché nessuno lo conosce: se non hai fatto SEO o pubblicità, il problema potrebbe essere semplicemente mancanza di traffico. Oppure arrivi traffico ma non targettizzato (es. utenti attirati con parole chiave sbagliate, che escono subito). Analizza la qualità delle sessioni (tempo sul sito, pagine per sessione): se vedi rimbalzi altissimi, probabilmente stai portando pubblico disinteressato o il sito delude la promessa fatta nell’annuncio o snippet Google.
Da questo audit dovresti ricavare una lista di cause probabili: ad esempio “sito lento e poco mobile-friendly”, “descrizioni prodotto troppo brevi”, “nessuna attività di email marketing sui clienti esistenti”, “SEO trascurata, il sito non si trova”, “campagne ads poco ottimizzate con ROAS negativo”, “poche opzioni di pagamento, niente PayPal, molti utenti abbandonano al checkout” ecc.
Interventi di ottimizzazione e/o replatforming
In base ai problemi emersi, definisci un piano di azione.
Molte cose si possono migliorare evolutivamente:
- Migliorie al sito esistente: se la piattaforma è valida ma va aggiornata, procedi ad aggiornare CMS e plugin (facendo attenzione a non rompere funzionalità). Se il design è datato ma la struttura ok, valuta un restyling grafico conservando l’infrastruttura: magari basta installare un nuovo tema responsivo e moderno, o far rivedere la grafica da un web designer, senza rifare tutto da zero. Migliora contenuti seguendo i consigli prima (riscrivi le schede prodotto, aggiungi immagini migliori, implementa quelle funzionalità mancanti come wishlist, recensioni, ecc. che possono arricchire l’esperienza). Spesso piccoli accorgimenti portano a benefici tangibili: ad esempio aggiungere PayPal e Apple/Google Pay se mancavano può recuperare molti ordini persi; offrire spedizione gratuita sopra una soglia può aumentare subito il valore medio carrello.
- Quando valutare un replatforming: a volte però la piattaforma scelta anni fa potrebbe essere diventata un limite. Se il tuo e-commerce è su una tecnologia poco scalabile o non più supportata, o se la mole di prodotti/ordini supera le capacità, potrebbe essere saggio migrare a una nuova piattaforma. Questo è un progetto importante (da pianificare con specialisti per migrare dati, SEO, ecc. senza perdere posizioni e storicità), ma può dare slancio. Ad esempio, molte aziende hanno migrato da PrestaShop/Magento vecchie a soluzioni più moderne o a Shopify/WooCommerce per semplificare la gestione. Oppure viceversa, negozi cresciuti su Shopify che passano a una piattaforma proprietaria per avere più controllo. Se il tuo sito attuale ha troppi vincoli tecnici, non aver paura di considerare un rifacimento: meglio investire in una solida base nuova piuttosto che rattoppare all’infinito una piattaforma che ti frena.
- UX redesign e CRO: applica le pratiche di UX e CRO discusse. Ad esempio, se l’audit mostra un conversion rate molto basso (tipo 0,5%), c’è ampio margine: prova a semplificare il funnel, magari riducendo campi nel checkout, spostando elementi, migliorando la chiarezza delle CTA. Lancia test A/B su elementi critici. Puoi anche fare un usability testing coinvolgendo qualche utente reale (magari amici o clienti fidati) chiedendogli di effettuare un acquisto e osservando dove faticano – spesso emergono insight interessanti.
Rivitalizza il marketing e la comunicazione
Un e-commerce non performante spesso è figlio anche di marketing poco incisivo.
Rinfresca la tua strategia comunicativa:
- Branding e fiducia: lavora sul branding se finora trascurato. Un nuovo logo, un nuovo payoff, un tone of voice più allineato al target possono rilanciare l’immagine. Comunica più efficacemente i tuoi punti di forza: es. se hai prodotti Made in Italy di qualità, enfatizzalo in home; se hai assistenza eccellente, mostra testimonianze.
- Content e social revival: se il blog giace abbandonato, riprendi a pubblicare contenuti utili e ottimizzati SEO. Sui social, crea un piano editoriale regolare e coinvolgente. Magari sperimenta nuovi formati (stories, reel, dirette). La chiave è tornare ad essere presenti e in linea con il pubblico attuale.
- Email e CRM: rispolvera la lista clienti esistente. Invia una campagna di re-engagement: ad esempio, “Ci sei mancato! Ecco un 10% di sconto per il tuo prossimo acquisto”. Segmenta: identifica quelli che non comprano da >6 mesi e prova a riconquistarli con un’offerta; coccola i migliori clienti con un programma VIP se non l’hai già. Un e-commerce dormiente ha spesso un database clienti poco sfruttato: attivalo!
- Promozioni mirate: lancia qualche promozione per smuovere le acque (outlet, saldi di fine stagione, bundle speciali). Questo può generare un picco di vendite che ti dà respiro e fiducia per reinvestire. Ma attenzione a non vivere solo di sconti: parallellamente lavora sul valore percepito per non dover competere solo sul prezzo.
Misura i progressi e adattati
Una volta implementate le migliorie, monitora da vicino se le metriche migliorano. Idealmente dovresti vedere:
- Più traffico qualificato (ad esempio traffico organico in crescita se hai sistemato SEO, tasso di rimbalzo che scende se hai migliorato UX).
- Aumento del tasso di conversione e/o del valore medio ordine, che portano a più vendite.
- Feedback più positivi dai clienti (meno lamentele, magari qualche recensione entusiasta se hai aggiunto quella feature, ecc.).
- Maggiore coinvolgimento sui canali social o newsletter.
Se qualcosa non sta dando i risultati sperati, rivedi e prova altro.
La rilancio di un e-commerce può richiedere iterazioni: magari la prima campagna di re-engagement email non va bene perché l’offerta non era abbastanza forte – ne provi una diversa.
Oppure scopri che un nuovo canale (es. TikTok) ti porta un pubblico inaspettato e cavalchi l’onda.
In questa fase può essere molto utile avere una consulenza esterna: occhi freschi e competenze specializzate possono individuare problemi che dall’interno non si vedono e proporre soluzioni innovative.
Noi di Pronesis, ad esempio, affrontiamo spesso audit e rilanci di e-commerce esistenti: grazie all’esperienza con diversi settori, riusciamo a capire velocemente dove intervenire per sbloccare il potenziale di uno shop online.
Quindi non esitare a chiedere aiuto professionale se senti che da solo è complesso – a volte l’investimento in una consulenza si ripaga ampiamente con l’incremento di vendite che genera.
Guida e-Commerce – conclusioni
L’e-commerce 2025 richiede visione, competenza e adattabilità
Realizzare un e-commerce di successo nel 2025 significa coniugare molte competenze: strategia di business, padronanza tecnica, sensibilità di marketing e cura del cliente.
In questa guida abbiamo esplorato tutti gli aspetti chiave: dalla pianificazione iniziale (modello di business, target, aspetti legali), alle scelte tecnologiche (piattaforma, hosting, sviluppo), passando per design UX e gestione del catalogo, fino alle strategie di marketing digitale e all’ottimizzazione continua.
È un percorso impegnativo, ma seguendo passo passo le best practice aumenti enormemente le chance di creare un negozio online prospero e duraturo.
Alcuni punti da portare a casa:
- Metti il cliente al centro: ogni decisione – dal design alle politiche di reso – prendila pensando a cosa renderebbe felice e soddisfatto il tuo cliente. Un cliente soddisfatto è la miglior garanzia di successo.
- Non improvvisare: la fase di pianificazione e preparazione è fondamentale. Gli e-commerce improvvisati spesso falliscono; quelli pianificati con cura possono anche andare oltre le aspettative iniziali. Investi tempo all’inizio per evitare costosi errori dopo.
- Sii data-driven: l’intuizione è utile, ma i dati lo sono di più. Misura tutto il misurabile, e lascia che siano i numeri a guidare molte scelte. Se i dati dicono che una campagna non funziona, ferma e ricalibra; se mostrano opportunità (un prodotto che vende tantissimo merita più promozione), coglile.
- Adattati e innova: il mondo del commercio elettronico evolve in fretta. Nuovi trend (dal social commerce, al live shopping, ai pagamenti in criptovalute, ecc.) possono emergere. Tieniti aggiornato tramite blog di settore, eventi, corsi. Non aver paura di sperimentare nuove idee sul tuo store – mantenendo però un occhio al ROI. Spesso chi innova per primo raccoglie i frutti migliori.
- Costruisci fiducia e brand: tecnicismi a parte, ricordati che gli utenti comprano da chi si fidano. Costruisci una reputazione di affidabilità, sia attraverso il tuo sito (professionalità, trasparenza, testimonianze) sia attraverso le interazioni (assistenza cordiale, problemi risolti con solerzia). Un brand solido fa la differenza quando il cliente sceglie se comprare da te o da un concorrente magari a pari prezzo.
Infine, non sei solo in questo viaggio. Se aprire un e-commerce o far ripartire uno in difficoltà ti sembra un compito mastodontico – ed è certamente una sfida notevole – ricorda che puoi affidarti a professionisti per accelerare il successo.
Pronesis, con la sua esperienza ultra-decennale come agenzia e-commerce, affianca PMI e aziende italiane proprio in questi percorsi: dalla consulenza iniziale alla realizzazione tecnica, dal marketing alla crescita internazionale.
L’obiettivo è mettere a frutto le migliori pratiche (come quelle di cui abbiamo parlato) personalizzandole sul tuo caso specifico.
Se vuoi portare il tuo progetto e-commerce al prossimo livello, contattaci senza impegno per una consulenza e-commerce: insieme costruiremo una strategia su misura per far decollare il tuo negozio online.
Il 2025 può essere l’anno della svolta per il tuo business sul web – facciamolo accadere!